Etichetta o diagnosi? Perché la differenza cambia la vita (e le scelte)

Nelle neurodivergenze (autismo, ADHD, DSA, plusdotazione) si confondono spesso etichetta e diagnosi. Due parole simili, ma con effetti molto diversi su persone, famiglie e scuola/lavoro. In breve: l’etichetta riduce, la diagnosi orienta.

Tempo di lettura: 6 minuti

Che cos’è un’etichetta

Per “etichetta” intendiamo un giudizio rapido, spesso basato su stereotipi o su poche informazioni (“è svogliato”, “è oppositivo”).

  • È generica e non contestualizzata (manca il “quando, come, con chi”).
  • Non indica cosa fare (nessuna strategia o passo successivo).
  • Schiaccia l’identità su un tratto (“sei…”) invece di descrivere un comportamento osservabile.
  • Può aumentare stigma e auto-limitazioni.

Che cos’è una diagnosi

La diagnosi clinica è un processo strutturato che integra fonti diverse per comprendere il funzionamento globale di una persona e proporre azioni concrete.

Di cosa si compone

  • Colloqui clinici e raccolta anamnestica
  • Osservazioni nei contesti significativi (quando possibile)
  • Test e questionari standardizzati adatti all’età e all’obiettivo
  • Integrazione dei dati e restituzione con un linguaggio chiaro
  • Piano operativo: accomodamenti, strategie, invii, follow-up

Una buona diagnosi non “incolla” un nome addosso: descrive pattern, punti di forza e bisogni, delineando un percorso concreto.

Differenze in sintesi

Etichetta

  • Rapida, generica, spesso valutativa
  • Descrive la persona in modo statico
  • Non offre indicazioni operative
  • Aumenta stigma e conflitti

Diagnosi

  • Processo metodico e condiviso
  • Descrive il funzionamento in relazione al contesto
  • Fornisce strategie e priorità d’intervento
  • Promuove collaborazione e diritti (scuola/lavoro)

Due vignette cliniche

Marco, 9 anni. “È svogliato.” A scuola fatica ad avviare i compiti e “si perde” nelle consegne lunghe. La diagnosi evidenzia difficoltà nelle funzioni esecutive (pianificazione, memoria di lavoro). Risultato: consegne spezzate, checklist visive, tempi mediati. In tre mesi cala l’ansia, aumentano autonomia e partecipazione.

Sara, 32 anni. “È disorganizzata e ipersensibile.” La diagnosi chiarisce un profilo Au-ADHD con sovraccarico sensoriale. Risultato: accomodamenti in ufficio (cuffie, pause strutturate), pianificazione a blocchi, supporto psicoeducativo. Migliorano performance e benessere.

Perché la diagnosi non è un’etichetta (anche quando ha un nome)

  • Accesso a tutele (PEI/PDP, accomodamenti ragionevoli, agevolazioni quando previste)
  • Linguaggio comune tra famiglia, scuola, servizi e lavoro
  • Monitoraggio: obiettivi chiari, verifiche nel tempo, aggiustamenti

La differenza è l’uso del nome: se diventa un destino, è etichetta; se apre strade, è diagnosi.

Come comunicare una diagnosi in modo rispettoso

  • Persona prima della diagnosi (“persona con…”, non “è…”)
  • Punti di forza e bisogni insieme
  • Comportamenti osservabili e contesti (quando, dove, con chi)
  • 2–3 priorità operative, realistiche, con tempi e criteri di verifica

Quando è utile richiederla

  • Dubbi persistenti su apprendimenti, attenzione, regolazione emotiva o comportamenti
  • Difficoltà che non migliorano con interventi generici
  • Necessità di documentazione per percorsi scolastici o aziendali
  • Desiderio di capire meglio se stessi e trovare strategie sostenibili

Domande frequenti

La diagnosi è un’etichetta?

No. È uno strumento per comprendere e scegliere interventi e accomodamenti adeguati.

Serve sempre il test?

Dipende dal caso: test e questionari aiutano a oggettivare, ma si valuta sempre l’obiettivo clinico.

È utile anche da adulti?

Sì: chiarisce il profilo, guida accomodamenti e strategie, riduce il senso di colpa.

Online o in presenza?

Colloqui e restituzioni possono essere online; molti test richiedono la presenza.

Hai bisogno di una diagnosi chiara?

Valutazione clinica completa con strumenti validati, restituzione scritta e indicazioni pratiche. A Modena e online.

Take-away: l’etichetta chiude, la diagnosi apre. Conoscere bene il funzionamento permette interventi efficaci e accomodamenti sostenibili.


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