Cos’è una diagnosi di neurodivergenza
La diagnosi di una neurodivergenza non è un’etichetta, ma uno strumento di conoscenza. Attraverso un percorso strutturato, la valutazione consente di comprendere in profondità il funzionamento cognitivo, emotivo e comportamentale di una persona, individuandone sia le difficoltà che le potenzialità.
Ambiti di valutazione
- DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento)
- Autismo e profili dello spettro autistico
- ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività)
- Plusdotazione e alto potenziale cognitivo
Come si svolge la valutazione
- Colloquio clinico con la persona e/o la famiglia
- Raccolta anamnestica e questionari di screening
- Somministrazione di test standardizzati (neuropsicologici, cognitivi, comportamentali)
- Restituzione e relazione scritta, con indicazioni pratiche per scuola, famiglia o contesto lavorativo
L’obiettivo è fornire un quadro chiaro e condiviso, utile per attivare i supporti necessari e valorizzare le risorse individuali.
Perché è importante una diagnosi
- Accedere a diritti e tutele (come la Legge 104/92 o PDP a scuola)
- Orientare interventi mirati in ambito scolastico, terapeutico o lavorativo
- Migliorare la qualità di vita e il benessere emotivo
- Prevenire fraintendimenti e ridurre il rischio di esclusione o stigma
La diagnosi è un’etichetta?
No. La diagnosi è un percorso strutturato che aiuta a comprendere il profilo della persona e ad attivare supporti e diritti adeguati.
Quanto dura una valutazione?
In genere 3–5 incontri tra colloqui, test e restituzione. Alcune fasi possono svolgersi anche online.
Quali test vengono utilizzati?
Strumenti standardizzati e validati per età e quesito: prove neuropsicologiche e cognitive, questionari comportamentali, interviste.
La relazione è utile per scuola o lavoro?
Sì. Fornisce indicazioni pratiche e può orientare PDP, accomodamenti e tutele (come la Legge 104/92 quando previsto).
Ricevo a Modena e online.
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